Di fronte a un avvelenamento, che sia dimostrato o solamente sospettato, qualunque sia il tossico responsabile e qualunque sia la via di assunzione di quest’ultimo, il compito del medico in emergenza è duplice: cercare di allontanare il veleno ancora presente nell’organismo e gestire i sintomi che l’avvelenamento sta provocando.
Di seguito i veleni che più comunemente si presentano nella pratica clinica del nostro pronto soccorso.
Tipologie più comuni di avvelenamento
Avvelenamento da rodenticidi (veleno per topi)
Questo tipo di avvelenamento compromette la coagulazione del sangue.
La sintomatologia (che può rendersi evidente anche a molti giorni di distanza dall’assunzione del veleno) comprende:
- emorragie esterne (ad es. sangue dal naso, vomito ematico, sangue nelle urine o nelle feci)
- emorragie interne (a livello polmonare soprattutto)
- debolezza
- pallore
- anoressia quali conseguenze dell’anemia
- vomito e diarrea a volte presenti
In emergenza il medico valuterà la gravità dell’anemia eventualmente presente e la coagulazione del sangue.
Per una diagnosi più approfondita, la radiologia e l’ecografia evidenzieranno emorragie interne.
Prontamente verrà somministrato l’antidoto e la terapia di supporto e, se necessario, si ricorrerà alla trasfusione.
Veleni attivi sul sistema nervoso
Sono principalmente le sostanze utilizzate in agricoltura come:
- diserbanti
- antiparassitari
- insetticidi
i quali possono essere assunti per ingestione o anche tramite assorbimento attraverso la pelle o, in casi più rari, per inalazione.
In altri casi sono somministrati per dolo.
Esempi sono:
- metaldeide (veleno per le lumache)
- organofosforici (diserbante)
- carbamati (pesticidi)
- piretroidi (un insetticida)
- stricnina (un veleno utilizzato in alcune esche per i topi)
La sintomatologia può variare da semplice ansia ed eccitabilità fino a crisi convulsive continue e morte.
Anche alcuni antiparassitari utilizzati nel cane possono risultare tossici nel gatto, il quale ha un metabolismo diverso ed è più sensibile ai loro effetti tossici.
È importante dunque che anche i comuni antiparassitari per pulci e zecche vengano sempre somministrati con la guida di un veterinario.
Morso di serpente
Provoca un avvelenamento complesso perché dovuto a più sostanze che colpiscono più organi:
- i vasi sanguigni
- il cuore
- l’apparato respiratorio
- il sistema nervoso
- i reni.
Ciò rende complessa la sua gestione, soprattutto se si interviene in ritardo.
I cani, soprattutto quelli da caccia e da pastore, sono più a rischio in quanto meno accorti dei gatti.
Piante tossiche per cani e gatti
Esempi di piante tossiche per i nostri animali sono:
- digitale (sintomi cardiaci)
- giglio (che può portare a grave insufficienza renale, soprattutto nel gatto),
- azalea (che può dare problemi gastroenterici, cardiaci o neurologici)
- Cycas (sintomi gastroenterici, danni al fegato e problemi di coagulazione)
- oleandro (simile a digitale)
- ortica (gonfiore e arrossamento cutaneo e delle mucose)
- stella di Natale (irritazione della bocca e dell’esofago, vomito, diarrea e crampi).
Cioccolato
La sostanza attiva responsabile della sintomatologia è la teobromina presente nel cacao, simile sotto molti aspetti alla caffeina.
La dose tossica è piuttosto alta ma è descritto l’avvelenamento cronico, soprattutto negli animali di piccola taglia i cui proprietari hanno la cattiva abitudine di dare dolci.
Il cioccolato fondente, avendo una più alta concentrazione di cacao rispetto al cioccolato al latte, richiede un quantitativo minore per dare intossicazione.
I sintomi sono di tipo eccitatorio e vanno dall’ansia fino alle crisi epilettiche e ai disturbi cardiaci a seconda della dose assunta.
Glicole etilenico
Questa sostanza, presente nei liquidi antigelo per le autovetture, per il suo sapore dolciastro appare particolarmente appetibile per il cane.
La sua ingestione può portare a gravi danni renali spesso irreversibili.
Fortunatamente le nuove tecnologie alla base dei sistemi di raffreddamento dei motori stanno rendendo sempre meno necessario l’utilizzo di questa sostanza e questo tipo di avvelenamento è estremamente raro.
Sostanze stupefacenti/illecite
In alcune situazioni esiste la possibilità che i nostri animali vengano in contatto con sostanze stupefacenti quali hashish e marijuana o con farmaci contenenti narcotici (benzodiazepine, oppiacei) non correttamente conservati dai proprietari.
La marijuana è la pianta, l’hashish è la resina ricavata disidratando e comprimendo la pianta stessa.
La dose letale, quando ingerita, è di 2 g/kg.
Il componente attivo è un alcaloide, il THC (tetraidrocannabinolo) il quale, dopo ingestione, raggiunge il circolo in percentuale variabile tra il 6-20 % e viene detossificato dal fegato.
Viene assorbito molto rapidamente, ha potente azione antiemetica.
Provoca inizialmente stato di euforia seguito da profonda depressione e sonnolenza.
Altri possibili sintomi sono:
- atassia
- scialorrea
- tachi-bradicardia
- midriasi
- mucose congiuntivali congeste
- tremori
- depressione respiratoria.
La sintomatologia può durare 24-72 ore e non c’è antidoto. Il THC è reperibile nelle urine.
Il trattamento è sintomatico e si basa su induzione dell’emesi (spesso inefficace) lavanda gastrica, carbone attivo, catartici salini.
Farmaci somministrati erroneamente
Alcuni farmaci, vuoi perché non adatti per i nostri animali, vuoi perché somministrati a dosaggi scorretti, possono portare a effetti collaterali anche molto gravi.
Basti pensare alla comune aspirina o gli antipiretici di autoprescrizione per l’uomo, i quali possono portare a gravi sintomi gastrointestinali nei nostri animali, problemi renali e di coagulazione del sangue.
La regola fondamentale è non somministrare mai di propria iniziativa farmaci ai nostri animali soprattutto se ad uso umano; consultare sempre e comunque il veterinario.
Altre fonti di intossicazione nei cani e gatti
I prodotti domestici sono tra le principali cause d’intossicazione rilevate in ambito casalingo.
Sono in particolare:
- detersivi
- detergenti
- saponi caustici
- disincrostanti
- anticalcare ecc.
Questi causano i danni maggiori, spaziando dall’essere solo irritanti fino provocare ustioni e intossicazioni molto pericolose se ingeriti.
Gestione in emergenza degli avvelenamenti
La prima cosa da fare è sicuramente mantenere la calma e chiamare immediatamente il proprio veterinario, riferendo le possibili cause del malessere dell’animale.
Se c’è stata inalazione o ingestione di detergenti, sarà utile riferire con la maggior precisione possibile il nome commerciale del prodotto.
Alcuni interventi possono e devono essere fatti subito (allontanare l’elemento tossico), già a casa, mentre altri possono essere effettuati soltanto dal Veterinario come indurre il vomito, lavanda gastrica, lavaggio intestinale con purgante ecc.
- In caso di contatto oculare – per allontanare una sostanza dall’occhio si deve fare immediatamente un lavaggio abbondante e prolungato (per almeno 15 minuti) con acqua corrente o, meglio, con soluzione fisiologica.
- In caso di contatto cutaneo – va fatto un lavaggio abbondante e prolungato con acqua.
- Contatto con sostanze oleose– si deve utilizzare carta assorbente togliendo il grosso dei residui e poi un sapone neutro, facendo molta attenzione nel rimuoverli bene dal mantello.
Mettere l’animale (cane, gatto ecc.) in condizione di non leccarsi (collare elisabettiano).
Come detto in precedenza, in pronto soccorso il medico deve cercare di allontanare il veleno ancora presente nell’organismo e gestire i sintomi che l’avvelenamento sta provocando.
Se il veleno è stato assunto per bocca e da non troppo tempo, si può cercare di provocare il vomito.
In casi estremi e, qualora non sia possibile recarsi in una struttura veterinaria, anche il proprietario può, guidato almeno telefonicamente da un veterinario, cercare di provocare il vomito.
La procedura non è molto ortodossa è prevede l’utilizzo di acqua ossigenata o acqua e sale i quali possono sì provocare il vomito, ma anche portare a gravi irritazioni gastriche quando non ad intossicazione (es. avvelenamento da sale).
La lavanda gastrica e il clistere intestinale, in anestesia, sono procedure molto utili in caso di ingestione di veleno: con questo sistema il medico allontana il veleno ancora non assorbito dallo stomaco e dall’intestino e somministra sostanze che rallentano o impediscono l’assorbimento di quello che non è possibile eliminare.
Se l’assunzione è avvenuta per via cutanea viene effettuato un bagno allo scopo di detergere la cute dal materiale tossico ed impedirne l’ulteriore assorbimento.
Se si sospetta che la cute sia imbrattata di veleno manipolare il paziente indossando i guanti.
In base al tipo di veleno, i sintomi possono essere i più vari possibili e quindi variano i trattamenti:
- gli squilibri legati a disidratazione e perdita di sali minerali vengono gestiti con la fluidoterapia endovenosa
- sintomi neurologici con farmaci sedativi e tranquillanti,
- sintomi gastroenterici con i farmaci del caso.
Quando esiste un antidoto al veleno questo viene somministrato il più precocemente possibile.
In alcuni casi molto gravi la terapia deve essere aggressiva: in caso di crisi convulsive continue può essere necessario mettere l’animale in anestesia generale (inducendo quello che viene chiamato coma farmacologico), in caso di grave compromissione renale può essere necessario ricorrere all’emodialisi.
Tutte le volte che si sospetta un avvelenamento è buona norma contattare subito il veterinario e/o recarsi immediatamente in pronto soccorso.
La tempestività di intervento può fare la differenza tra la vita e la morte.
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