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iperparatiroidismo nelle testuggini

Iperparatiroidismo nelle testuggini e tartarughe

L'iperparatiroidismo secondario nutrizionale è una condizione cronica innescata dalla cattiva gestione che, nel tempo genera una grave sindrome metabolica. Vediamo di cosa si tratta

Indice dell'articolo

Iperparatiroidismo secondario nutrizionale o renale con alterazione del rapporto calcio fosforo.

Si tratta di una condizione cronica innescata dalla cattiva gestione che nel tempo genera una grave sindrome metabolica.

Cause

Le cause principali sono la somministrazione di alimenti poveri di calcio e mancata esposizione solare, quindi, insufficiente contatto con raggi UVB che servono per convertire la vitamina D in forma attiva, la quale consente di assorbire il calcio.

Quali soggetti colpisce?

Si manifesta frequentemente nelle tartarughe e testuggini che vivono in teca o in piccoli acquari.

Come si manifesta

Con l’abbassamento del calcio circolante, vengono stimolate le paratiroidi a produrre paratormone che attiva gli osteoclasti (cellule deputate alla distruzione della matrice ossea, per il ricambio di questo tessuto) i quali attaccano l’osso, causando la demineralizzazione del guscio.

All’arrivo in clinica, i soggetti appaiono:

  • con “guscio morbido”,
  • spesso occhi gonfi
  • edema generalizzato
  • estrema debolezza- nei casi più gravi 
  • paralisi 
  • contrazioni diffuse.

Le femmine, durante la stagione riproduttiva, possono andare incontro a distocie o blocco dell’attività riproduttiva.

Diagnosi

Radiograficamente è possibile osservare deformità dello scheletro, riduzione della densità ossea e fratture patologiche.

Effettuando la palpazione attraverso la fossa prefemorale è possibile spesso constatare l’aumento di volume dei reni.

E’ necessario effettuare un prelievo ematico.

Da questo si noterà nei casi più gravi inversione del rapporto Ca: P, aumento degli Acidi Urici e riduzione del PCV.

Importante anche la valutazione del calcio ionizzato.

Terapia

L’animale deve iniziare un lungo periodo di ospedalizzazione durante il quale verrà sottoposto a terapia con:

  • calcio al dosaggio fino a 100 mg/kg nei casi più gravi,
  • supporto nutrizionale
  • fluidoterapia endovenosa 
  • bagni in acqua tiepida
  • allopurinolo per via orale al dosaggio di 20–50 mg/kg ogni 24 ore 
  • esposizione a UVB.

I soggetti spesso si presentano deboli e le masse muscolari sono atrofiche: bisognerà tenerli all’aria aperta, possibilmente in giardino, assecondando i loro comportamenti alimentari finché non saranno in grado di alimentarsi autonomamente.

Prevenzione

Anche in questo caso, la prevenzione è rappresentata dal rispetto delle necessità ambientali e alimentari dell’animale.

La conoscenza delle sue esigenze, chiedendo consiglio a medici esperti di Animali non convenzionali consentirà una corretta loro gestione e prevenzione di questa patologia.

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