Per difendersi da qualcosa, la migliore arma è la conoscenza del “nemico”. Ecco perché oggi vogliamo mostrarti come affrontare i pappataci, insetti dell’Ordine dei Ditteri tanto piccoli, ma molto pericolosi, perché causa di trasmissione di Leishmaniosi.
Cosa sono i pappataci e come li riconosco?
Prima di tutto vediamoli, eccoti una foto, ma non credere di riuscire a vederlo “dal vivo” con troppa facilità: fa venire i brividi così da vicino, vero?
Le sue caratteristiche sono:
- dimensioni: pochi millimetri – da 1.5 a 3.5 mm
- occhi: grandi e neri
- colore: giallo ocra
- ali: in proporzione grandi rispetto al corpo
- corpo: ricoperto di peluria fitta e vellutata.
Perché difendersi dai pappataci o flebotomi?
Questi insetti sono naturali vettori di una grave malattia che colpisce non soltanto il cane e il gatto, ma anche l’uomo: la Leishmaniosi.
Nelle zone del bacino Mediterraneo sono portatori anche di virus (Bunyavirales: Phenuiviridae)
La Leishmaniosi è una malattia che può colpire diversi organi, per cui è necessaria particolare attenzione, anche perché è di difficile guarigione, in tutte le forme in cui si manifesta.
Questa malattia, nonostante la ricerca abbia accresciuto la possibilità di cura, rimane una condizione grave che riduce la qualità di vita del paziente, oltre a essere una grave zoonosi e, per questo, necessita di essere contrastata con mezzi efficaci.
Considerando che la trasmissione della malattia avviene a causa della presenza del pappatacio, diventa centrale il ruolo della prevenzione e protezione dall’insetto.
Dove vivono i pappataci?
I pappataci o flebotomi (Phlebotomus Papatasi) sono in grado di vivere sia nelle zone rurali che in città, in particolare in aree dove c’è un giardino o comunque del verde.
Sia i maschi che le femmine si nutrono di succhi vegetali e secrezioni dolciastre, ma le femmine, per produrre le uova, devono assumere sangue.
Ed è in quel momento che diventano una possibile minaccia per il nostro cane e gatto, oltre che per l’uomo, bambini compresi.
Se un pappatacio punge un animale infetto, assumerà il protozoo, potendo così infettare altri soggetti in seguito.
Come si riproducono?
Dopo ogni suzione di sangue, depositano dalle 30 alle 70 uova, da cui usciranno altrettante larve, destinate a diventare in breve soggetti adulti.
Anche questa attività è influenzata dal clima e dall’ambiente, con differenze di velocità riproduttiva che variano a seconda delle temperature.
Condizioni favorevoli sono:
- umidità alta (nonostante non depongano le uova direttamente nell‘acqua)
- presenza di anfratti tra i muri
- tane di animali selvatici
- grandi radici di piante.
Le zone a clima tropicale sono il loro habitat naturale, ma i cambiamenti climatici, la cui conseguenza sono anche di periodi umidi e caldi sempre più lunghi, hanno fortemente esteso le zone endemiche, aumentando moltissimo le possibilità di sopravvivenza di questo insetto tutto l’anno.
Soffrono molto, invece, la lunga siccità oltre al clima freddo.
In Italia sono presenti un po’ in tutto lo stivale con maggior incidenza nei settori litoranei, ma hanno facilmente colonizzato anche le zone collinari e del Nord.
Ha facilitato la loro presenza, la sempre più frequente abitudine (diventata ormai un sistema diffuso) di importare cani (spesso malati) dalle zone del Sud Europa dove la Leishmaniosi è endemica da diversi anni.
Studi predittivi sull’andamento della malattia (in base alla presenza del pappatacio) ipotizzano che i pappataci a breve saranno presenti zone endemiche anche nella parte Nord-Occidentale dell’Europa, in zone tipicamente piuttosto fredde, dove l’insetto è in grado di sopravvivere sfruttando gli ambienti domestici.
Mappe delle zone dove sono presenti, in Italia i pappataci
Nelle immagini, tratte dal Centro Europeo per il controllo e prevenzione delle malattie vediamo in che modo è avvenuta la distribuzione del flebotomo a Ottobre 2020 e Marzo 2021.
Trovi altri dati sull’incidenza della Leishmanosi in questa ulteriore mappa.
Quando pungono i pappataci?
Questa attività è fortemente legata alle loro abitudini di vita e alle capacità che hanno di volare.
I pappataci mordono:
- al calar della sera – quando la temperatura si abbassa e si innalza l’umidità
- se non c’è aria e vento – volano con difficoltà e la brezza li infastidisce nel volo, riducendone i movimenti
- in ambienti chiusi – ombreggiati (quindi anche di giorno e in casa)
- all’ombra, dove c’è folta vegetazione – in particolare se disturbati da movimenti di animali o persone.
Si spostano poche centinaia di metri dalla zona in cui vivono di solito e lo fanno radente a terra in orizzontale non avendo grandi capacità di volo.
Come riconoscere le punture di pappataci?
L’origine della parola pappatacio (dalle parole “pappa” e “taccio”), deriva dalla loro silenziosità SIA nel giungere sul soggetto da pungere che nella suzione del sangue.
Quando il flebotomo morde, inietta delle sostanze chimiche attive che facilitano la suzione del sangue.
È questo il momento della possibile infezione e si potrebbero sviluppare reazioni allergiche anche gravi, nonostante siano davvero molto rare.
Più frequentemente, lasciano piccoli segni di gonfiore, scarsamente visibili sul cane e gatto, grazie alla presenza del pelo che li nasconde.
Rimedi per le punture di pappataci
In realtà, non esistono rimedi specifici per queste occorrenze, (anche in ambito umano, dove è difficile che si manifesti un problema), a meno che non si sviluppi una reazione avversa, come un’allergia, per cui sarà necessario interpellare il veterinario, che potrà prescrivere farmaci specifici per ridurre le possibili conseguenze o fornire consigli utili allo scopo.
Sintomi in questi casi possono essere:
- gonfiore della parte
- rossore presente nella zona del morso
- prurito intenso di durata variabile
- dolore
- eruzione cutanea
Il rischio, remoto, è di avere manifestazioni di orticaria, (simili a quelle che potrebbero avvenire per allergia da alimentazione o allergia da contatto) con febbre (ipertermia) o sintomi simili all’anafilassi.
Come proteggere il cane e il gatto dalle punture di pappataci
Proprio perché il trattamento e la cura non garantisce la guarigione, la soluzione per la difesa dalla malattia rimane la prevenzione attraverso una barriera di protezione che non consenta all’animale di essere punto.
Esistono diverse soluzioni, le stesse utilizzate contro pulci, zecche e altri parassiti.
Tra i tanti prodotti troviamo:
- collari antiparassitari repellenti contro zanzare e pappataci
- spot on con lo stesso scopo
- spray
I più efficaci sono a base di permetrina, sostanza che è tossica per il gatto!
Per questo motivo risulta difficile proteggere questa specie dalle punture.
Fortunatamente, però, nel gatto la malattia è considerata sporadica e si manifesta solo occasionalmente in soggetti, presumibilmente immunocompromessi, quindi non in condizioni ottimali di salute.
Ciononostante, considerando la sempre maggior frequenza della malattia e che anche il gatto può essere considerato serbatoio per nuove infestazioni è altamente consigliata la profilassi anche in questa specie, soprattutto per la protezione di tutta la famiglia, specie nel periodo in cui il clima è più temperato.
L’unico principio attivo al momento registrato e valutato come efficace, a base di piretroidi è un la flumetrina (somministrata tramite un collare) che in uno studio di campo è risultata in grado di ridurre l’incidenza di Leishmania Infantum nei gatti.
Purtroppo, considerando i cambiamenti climatici, non è possibile garantire la totale assenza dell’insetto anche durante i mesi invernali, in particolare nelle zone più temperate e in casa.
Per questo motivo, soprattutto in considerazione del fatto che questi presidi sono protettivi anche contro le zanzare, portatrici di filaria, sarà bene utilizzarli tutto l’anno o seguendo le indicazioni del proprio Medico Veterinario.
Inoltre, sarà importante, conoscendo le abitudini dell’insetto:
- non consentire al cane e gatto di dormire all’aperto di notte, oppure confinarlo in ambienti protetti con zanzariere fitte alle finestre
- prima di fare passeggiate serali durante i mesi caldo-umidi o i periodi in cui il clima è particolarmente mite, spruzzare il cane con spray repellenti
- effettuare controlli regolari per valutare il possibile contatto con la malattia
- vaccinare il cane (non presente alcun vaccino per il gatto) contro la malattia
- è necessario curare la pulizia degli ambienti, rimuovendo frasche e foglie morte, dove potrebbe depositarsi
- considerando che le larve sono contenute anche negli anfratti dei muri, sarà utile utilizzare prodotti insetticidi per gli ambienti, che sono efficaci anche contro i parassiti.
Rimedi naturali contro i pappataci
Nonostante ne esistano, da soli non riescono ad essere efficaci ed i benefici e sicurezza non sono garantiti da studi certificati.
Di solito, sono prodotti a base di olio di Neem e altri oli essenziali.
La loro persistenza però è limitata sulla pelle degli animali e quindi sarà necessario utilizzarli molto più frequentemente rispetto a quelli farmacologici e sempre in combinazione con altri prodotti, consigliati dal proprio Medico Veterinario.
Guarda il webinar della Dott.ssa Gianila Ceccherini.