Epifisiolisi nel gatto, cos’è?
La frattura atraumatica dell’epifisi della testa del femore (o epifisiolisi) è una patologia a carico del treno posteriore che può essere causa di dolore e zoppia in assenza di un evento traumatico.
Cause
La frattura è conseguente alla chiusura ritardata dell’epifisi in presenza di una disarchitettura dei condrociti.
L’epifisiolisi è ampiamente descritta in medicina umana, dove sono principalmente colpiti adolescenti di sesso maschile in sovrappeso.
Nel gatto sono maggiormente colpiti:
- soggetti tra i 12-21 mesi di età
- 90% dei casi è rappresentato da maschi sovrappeso
- castrati precocemente.
L’età in cui si effettua la castrazione può rappresentare uno dei fattori predisponenti in quanto l’orchiectomia prepuberale prolunga il tempo della chiusura delle fisi di accrescimento fino a 24 mesi.
Un’ipotesi che mette in relazione obesità ed epifisiolisi potrebbe essere rappresentata da un’alterazione del metabolismo dell’insulina, importante survivor factor per i condrociti.
Pochi casi sono descritti in letteratura veterinaria nel gatto, tuttavia tale patologia potrebbe essere sottostimata e non diagnosticata.
Diagnosi
Il segnalamento, l’anamnesi, i segni clinici e lo studio radiografico rappresentano degli step importanti per la diagnosi clinica, che verrà confermata solo dall’istologia della testa del femore.
Caso clinico
Nel seguente lavoro è descritto il caso clinico di Macchia, un gatto affetto da epifisiolisi bilaterale.
Macchia è un gatto soriano comune europeo di 1 anno e mezzo, maschio, castrato all’età di 6 mesi che pesa 6,2 Kg, vive in casa con libero accesso all’esterno.
I proprietari riferiscono la comparsa di zoppia al posteriore sinistro 4 mesi prima.
Il collega che ha visitato il gatto a una settimana dall’insorgenza della zoppia ha effettuato rx delle anche in proiezione ventrodorsale standard e prescritto una terapia concondroprotettore, confinando il gatto in ambiente casalingo.
Dopo circa un mese dall’inizio della terapia il gatto è stato riportato dal collega per una maggiore riluttanza al movimento ed è stata ripetuta una rx.
Alla visita clinica da noi eseguita il gatto si presenta in buone condizioni generali.
All’esame obiettivo particolare si evidenzia ipotrofia del treno posteriore, algia bilaterale ad estensione ed abduzione delle anche.
Dalle radiografie eseguite dal collega risulta:
- nella prima un distacco fisario a livello della testa del femore sinistro
- moderata lisi del collo del femore
- sull’anca destra è ancora visibile la linea radiotrasparente della fisi di accrescimento.
Dal secondo controllo si evidenzia lisi anche a livello dell’anca destra.
Le radiografie suggeriscono come diagnosi differenziali:
- l’epifisiolisi
- frattura di Salter Harris.
Il fatto che la seconda lesione risalga al periodo in cui il gatto è stato rilegato in casa, ci fanno propendere per la prima ipotesi.
Terapia proposta
Viene dunque proposta la resezione della testa e del collo del femore.
Gli esami preoperatori ematologici e biochimici, e il profilo coagulativo, risultano nella norma ed i test sierologici ELISA per FIV e FeLV negativi.
In fase preoperatoria vengono eseguite una proiezione standard ventrodorsale e una proiezione a “rana” delle anche nelle quali si apprezzano scivolamento della testa sul collo e lisi in entrambe le articolazioni in particolare sulla destra.
Si è ritenuto opportuno intervenire prima sull’arto destro poiché la sintomatologia e le alterazioni radiografiche appaiono più marcate.
Macroscopicamente la testa del femore appare connessa al collo femorale pur con un imponente rimaneggiamento.
Tale reperto si discosta da quanto osservato in corso di Salter Harris di tipo 1.
L’esame istologico del campione anatomico asportato conferma il sospetto diagnostico.
Il referto riferisce l’esito di frattura che appare “sostituita” da tessuto fibrocartilagineo con condrociti irregolarmente sovrapposti e iniziali fenomeni di mineralizzazione.
A un mese dall’intervento i proprietari riferiscono un netto miglioramento delle attività motorie; si riscontra un aumento del range di movimento dell’anca operata rispetto la controlaterale.
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