Certi casi ti restano nel cuore, ecco perché oggi voglio raccontarti quello di un gattino di 4 mesi, portatoci alla nostra Clinica Diagnostica Veterinaria Roma Nord qualche tempo fa.
Ti spiegherò come abbiamo affrontato il caso e ti darò anche degli elementi di approfondimento sull’argomento, in modo che tu possa capire di cosa si tratta ed eventualmente riconoscerla nel tuo micio, potendo così portarlo subito in visita, per farlo curare nel modo più appropriato.
Sindrome Vestibolare bilaterale nel gatto
Un gatto di razza europea, maschio intero di 4 mesi d’età, ci viene portato in visita, nel novembre 2018.
Mostra sintomi come atassia (cioè incapacità di coordinare i movimenti) e perdita di equilibrio da entrambi i lati. Inoltre, fa un movimento ondulatorio della testa latero-laterale e, sporadicamente, ruota a destra il capo.
La presentazione clinica e la visita neurologica ci permettono di localizzare il problema a livello del sistema vestibolare periferico bilaterale.
Lo studio radiografico delle bolle timpaniche in anestesia generale mette in evidenza un addensamento del contenuto della bolla timpanica destra e a sinistra, ma con minore intensità.
Per avere una conferma diagnostica dobbiamo avvalerci di uno studio di risonanza magnetica del cranio (RM) che mostra un quadro complesso: marcata otite media destra con moderata otite esterna bilaterale e significativa otite interna e nevrite vestibolo-cocleare bilaterale, associate a modica otite media ed esterna sinistra e rinite.
Prelevato il materiale dalla bolla timpanica, facciamo un antibiogramma per impostare una terapia farmacologica che ci consente di avere un progressivo e lento miglioramento delle condizioni cliniche.
Dopo un mese, ripetiamo la risonanza che mostra un miglioramento delle alterazioni iniziali, ma persiste l’otite media e la neurite vestibolo-cocleare.
Insieme alla proprietaria, decidiamo di optare per una terapia chirurgica con tecnica di TECALBO dell’orecchio destro.
Dopo un mese dall’intervento il gatto appare notevolmente migliorato, con riduzione significativa dei sintomi iniziali e la possibilità di riprendere una vita serena e normale.
Ecco un video che ti mostra il prima e il dopo
Cos’è la Sindrome Vestibolare Periferica Bilaterale(SVPB)?
La Sindrome Vestibolare Periferica Bilaterale(SVPB) è la conseguenza della disfunzione dell’apparato vestibolare di entrambi i lati.
Sintomi nel gatto
La sintomatologia è caratterizzata da un esordio improvviso solitamente non progressivo.
- Perdita dell’equilibrio da entrambe i lati e gravità variabile,
- barcollamenti,
- testa inclinata,
- atassia (incapacità di coordinare i movimenti) simmetrica con forza conservata,
- non c’è perdita di propriocezione generale,
- alterazione dei fisiologici riflessi oculari.
Alcuni sono sintomi che puoi notare tu a casa, altri sono segni che notiamo noi neurologi durante la visita.
Indipendentemente dalla causa che ha originato il problema, il nistagmo (movimento oscillatorio dei bulbi oculari) non è presente.
Questo porta il gatto a muovere velocemente e continuamente la testa “a serpentina” nel tentativo di fissare le immagini sulla retina.
Un atteggiamento caratteristico osservato è che il gatto, se tenuto sospeso dal bacino, tende a flettere la testa e il collo verso lo sterno invece di alzare la testa ed estendere gli arti toracici verso il pavimento.
Proprio per la localizzazione bilaterale vengono meno tutti i segni e sintomi clinici che caratterizzano una sindrome vestibolare periferica monolaterale.
L’animale può anche essere sordo se la patologia coinvolge i recettori uditivi.
Cenni di neuroanatomia
I recettori sensoriali degli impulsi afferenti vestibolari sono localizzati nel sacculo, utricolo e nei canali semicircolari, posti a loro volta nel labirinto membranoso dell’orecchio interno.
Il sacculo e l’utricolo percepiscono la gravità e l’accelerazione lineare, i canali semicircolari rilevano la rotazione.
La porzione vestibolare dell’VIII nervo cranico veicola gli impulsi provenienti da questi recettori sia ai 4 nuclei vestibolari presenti nel tronco encefalico sia al lobulo flocculo nodulare e al nucleo del fastigio a livello del cervelletto.
Dai nuclei vestibolari le fibre decorrono nel fascicolo longitudinale mediale per poi influenzare i nuclei motori dei nervi cranici III, IV, VI, e controllare i muscoli extra oculari.
Da questo complesso sistema origina il nistagmo fisiologico, fondamentale per fissare sulla retina un immagine in movimento.
In presenza di un danno al sistema vestibolare laterale questa complessa integrazione viene meno e si genera un’atassia asimmetrica.
La mancanza di fibre di elastina nella membrana timpanica del gatto può anche svolgere un ruolo nella suscettibilità alle lesioni della stessa durante le procedure di pulizia.
La membrana timpanica deve essere esaminata attentamente per evidenziare iperemie, edema, emorragie o erosioni.
Diagnosi
La visita clinica e neurologica ci permettono di localizzare la lesione ed effettuare una lista di probabili diagnosi differenziali.
La radiologia è utile per la valutazione delle bolle timpaniche e del canale auricolare esterno.
Con essa è possibile evidenziare variazioni importanti, quali mineralizzazioni, lisi o proliferazioni ossee e stenosi (chiusure) del canale auricolare, indicativi di processi cronici.
L’anestesia generale è necessaria per un adeguato posizionamento.
È comunque da ricordare che, considerando le difficoltà di esecuzione e la necessità della sedazione generale, per effettuare un corretto e diagnostico studio delle bolle, risultano di maggiore sensibilità la tomografia assiale computerizzata (TC) e la risonanza magnetica (RM).
Nel caso in cui, in corso di otite, ci sia la presenza di fluidi nell’orecchio medio con perforazione del timpano, il materiale può essere prelevato ed esaminato direttamente.
Se invece la membrana timpanica è intatta, il campionamento del liquido può essere eseguito tramite miringotomia o siringotomia.
Sul materiale sarà possibile effettuare un esame citologico e colturale con antibiogramma.
Terapia delle otiti medie
La terapia delle otiti medie prevede l’opzione sia medica che chirurgica.
Nel primo caso, si deve optare per un antibiotico mirato, scelto in base all’antibiogramma.
Nel secondo, la chirurgia (VBO e/o TECALBO) è spesso risolutiva e non condiziona significativamente la funzione uditiva.