Il gatto sofferente: perché si capisce di meno?
Il gatto può essere soggetto a dolore (anche articolare) esattamente come il cane, ma questo fenomeno è sempre stato meno riconosciuto.
Se, da una parte, la medicina comportamentale se n’è occupata in minor misura (fino a poco tempo fa almeno), dall’altra la natura del gatto stesso con i suoi segnali sottili, non ha mai destato grandi sospetti nel familiare che ha, più spesso, frainteso alcuni atteggiamenti prendendoli come caratteristiche negative del carattere, piuttosto che segnali di aiuto.
La natura del gatto: perché non vuole far capire che sta male e ha dolore?
- Il gatto è un animale sociale facoltativo – egli cioè ha piacere ad appartenere a un gruppo, ma non è strutturato geneticamente per chiedere aiuto, nè durante la caccia, nè quando sta male.
Questo significa che, quando ne ha bisogno, siamo noi a doverlo riconoscere, perché lui tenderà a nasconderlo. - Il gatto è un predatore, ma anche una preda – questo significa che se si sente in pericolo perché dolorante, si sentirà più debole e maggiormente suscettibile agli attacchi di possibili cacciatori.
Ecco perché avrà tendenza a non mostrarsi quando vulnerabile. - Minor co-evoluzione rispetto al cane: il cugino cane ha vissuto in vicinanza all’uomo da maggior tempo e ha avuto quindi più tempo (da un punto di vista evolutivo) di imparare a farsi comprendere dall’uomo
- Scarsa motivazione et-epimeletica: cioè la necessità di richiedere accudimento non è sviluppata nel felino. Egli non ha propensione a chiedere aiuto.
- Forte sensibilità al contatto: già per natura non ama molto il contatto fisico (ovviamente è soggettivo) ma questo può togliere una possibilità di comprensione di una anomalia nel comportamento
- Sensibilità feromonale forte: cioè la capacità di sentire, a livello olfattivo, i segnali di allarme lasciati da altri gatti. Questo porta il gatto a essere ancora più attento durante la visita dal veterinario, non offrendo la possibilità al medico di poter valutare comportamenti di dolore.
Ovviamente non tutti i gatti reagiscono allo stesso modo, le variabili soggettive (familiarità, carattere materno, referenza verso il proprietario, esperienze precoci traumatizzanti o meno, stile di attaccamento) sono moltissime e possono determinare la maggior o minor capacità del micio di manifestare dolore e disagio.
Il familiare proprietario di un gatto ha, quindi, un ruolo centrale nell’osservare i segni del pet, anche perché il medico veterinario, in sede di visita, difficilmente sarà in grado di notare questi atteggiamenti che il micio nasconderà ancora meglio, sentendosi in una situazione di grave pericolo.
Come capire se un gatto sta soffrendo dall’aspetto
Vediamo ora come possiamo imparare a valutare i segnali di dolore nel gatto, osservando il suo aspetto. Ci soffermiamo sull’osservazione di alcuni particolari, osservazioni che nascono da studi scientifici che dimostrano la reale corrispondenza di un atteggiamento alla sensazione dolorifica.
Posizione delle orecchie
Le orecchie e la loro posizione sono indicative di stato d’animo del micio:
- portate dritte – attento e nessun dolore
- leggermente abbassate lateralmente – dolore lieve
- fortemente abbassate per lungo tempo – dolore forte e molto intenso
L’osservazione dell’allineamento della testa rispetto al tronco è altro fattore da osservare:
- testa sopra alla linea del tronco – atteggiamento normale
- testa leggermente al di sotto – sofferenza leggera
- testa al di sotto della linea del tronco – atteggiamento di dolore forte
Posizione delle vibrisse
Anche i baffi sono indicativi di stato d’animo. Come per le orecchie abbiamo:
- vibrisse basse – nessun dolore
- vibrisse orizzontali – lieve dolore
- vibrisse rivolte verso l’altro – dolore intenso.
È da ricordare che le vibrisse si alzano e si abbassano in base alla contrazione muscolare delle labbra che, anch’esse si contraggono quando c’è dolore.
Durezza dello sguardo
La forma degli occhi del gatto quando sta male ha questi significati, in parallelo alla contrazione facciale derivata dal dolore:
- occhi aperti rotondi – nessun dolore
- occhi leggermente socchiusi affusolati – dolore lieve
- occhi semichiusi – dolore molto intenso.
Comportamento di dolore nel gatto
Molti e recenti studi ci offrono spunti importanti per valutare il dolore nel gatto.
Cosa cambia nel comportamento nel momento in cui il gatto prova dolore?
Cerchiamo di comprenderlo attraverso la definizione di nuovi concetti che sono emersi negli ultimi anni.
- Dominio sensoriale discriminativo del dolore – si intende la sensazione del dolore, la percezione sensoriale del dolore.
- Dominio emotivo motivazionale – è la parte emozionale del dolore, quello che in ambito umano viene definito il “fardello del dolore”.
Si analizza e scopre ripercorrendo la storia del paziente e lo deduciamo attraverso delle “scale del dolore” e, più in generale, attraverso delle scale sulla qualità di vita. - Dominio cognitivo-valutativo – più facilmente riconoscibile nel paziente umano, non è impossibile valutarlo anche in medicina veterinaria.
Associa il dolore a esperienza passate, in particolare se si effettua una valutazione puramente comportamentale.
Attraverso di essa è possibile capire come e quanto le esperienze passate hanno influito sui cambiamenti comportamentali quando andiamo a osservarlo.
Tutti questi parametri servono al medico Veterinario per comprendere quali/quantitativamente il dolore del paziente.
Vediamo i comportamenti nello specifico.
Comportamento alimentare e dipsico (mentre beve)
Un gatto che di solito mangia con regolarità potrebbe improvvisamente cambiare:
- non chiedere più cibo
- non alzarsi più volte per andare a mangiare
- rifiutare il cibo
- si avvicina all’acqua/cibo e di colpo si ritrae – magari per un dolore che sente nel movimento.
Si può fare la riprova dando l’acqua in una fontanella, se il gatto in questa circostanza beve, significa che ha un dolore provocato da quella posizione.
Comportamento nel sonno
Se il gatto dorme molto più frequentemente e/ più a lungo – soprattutto se è giovane – in posizioni basse, quindi senza più arrampicarsi nei suoi posti preferiti, potrebbe indicare che ha dolore.
Comportamento nel self-grooming (ovvero azioni di toeletta che fa per tenere in ordine e pulito corpo e mantello)
Il gatto è un animale pulito.
Se lo si trova arruffato, con pelo untuoso che non riesce a pulirsi, può significare che ha dolore.
Significativo il fatto che molti studi hanno dimostrato che il gatto anziano tende a effettuare meno il grooming.
A maggior ragione questo ci dovrebbe far pensare che i gatti di età avanzata possono soprattutto essere sofferenti, proprio perché manifestano questo sintomo.
Vocalizazzioni (il gatto che si lamenta se sta male)
Una modificazione nella vocalizzazione è quasi sempre indicativa di dolore, o perché aumentano di intensità e frequenza o perché cambiano nella loro qualità.
Anche l’aumento della frequenza di comparsa delle fusa può essere associato a dolore, perché pare che attraverso di esse i gatti si tranquillizzino.
Fusa come compensazione del dolore?
Alcuni gatti utilizzano le fusa per calmarsi e avere un conforto al dolore.
Sentire il tuo gatto che fa le fusa anche senza motivo apparente, senza – ad esempio – avere un comportamento coerente con questo suo rumore, dovrebbe farti sospettare un problema.
Riduzione della socievolezza
I gatti che soffrono, di solito, sono meno socievoli.
Hanno la tendenza a nascondersi e a tenerci lontani anche perché si sentono più vulnerabili.
Egli quindi potrebbe:
- salire meno in braccio
- se lo prendiamo in braccio si potrebbe allontanare più velocemente
- possono diventare aggressivi
- si nasconde soprattutto in luoghi bassi.
Spesso, il gatto diventa aggressivo a prescindere dal punto in cui lo si tocca. Il dolore, in queste circostanze, è come se si espandesse in tutto il corpo.
Attenzione dunque, un gatto che diviene aggressivo, potrebbe anche dirci che sta male!
Ansia da separazione
Al contrario della scarsa socievolezza alcuni gatti potrebbero manifestare una difficoltà a rimanere da soli, e questo, soprattutto se non hanno mai manifestato problemi di questo genere, potrebbe testimoniare una sofferenza.
Eliminazione inappropriata
Il gatto che sporca dove non deve, che non utilizza la cassettina.
Le sponde della cassettina, che non gli consentono un uso agevole perché prova dolore nello scavalcarle è un soggetto che sta manifestando un disagio.
A volte può essere associato a uno stress di tipo comportamentale, spesso può essere associato a dolore.
A volte è la grana della sabbia che diviene dolorosa per le zampe, altre sono le sponde della cassettina che non gli consente di utilizzarla agevolmente per una dolorabilità percepita.
In generale è bene ricordare che i gatti istintivamente hanno bisogno di sporcare e nascondere grattando le loro escrezioni, quando non lo fanno (perché magari sporcano sul letto o altrove) sono i primi a non esserne felici e non si tratta certo di un dispetto (come molti credono) ma lo fanno per un disagio o perché entrare nella cassettina provoca dolore
Leccamento compulsivo
Il gatto con dolore può strapparsi ciuffi di pelo o leccarsi talmente tanto da provocare intere zone alopeciche.
Spesso sono anche le stesse zone che sono soggette a dolore.
Rolling skin
Qualche gatto manifesta talvolta qualcosa che sembra una scossa sulla schiena, come se un topolino camminasse sotto la sua pelle lungo la colonna vertebrale.
L’osservazione di questo sintomo è significativo di un dolore, ma anche problema neurologico, dermatologico e altro.
Conclusioni
In conclusione, e per riassumere voglio ricordarti che:
- i gatti sono animali con una psicologia particolare, se la sai interpretare, sono in grado di dirti molto più di quanto tu possa immaginare;
- nessun animale vive con il pensiero di farti dispetti, se fa cose che non ti piacciono, pensa che ti sta comunicando qualcosa;
- anche i gatti giovani possono soffrire di dolore articolare, esserne consapevoli significa prevenire un aggravarsi della condizione e offrirgli una miglior qualità di vita.
Se osservi uno o più dei segni che sono stati descritti rivolgiti al tuo veterinario di fiducia e fai fare un controllo.
Bene, per oggi è tutto.
Se vuoi imparare ad aiutare il tuo gatto con dolore, leggi l’articolo sul trattamento del dolore nel gatto, parleremo di terapia e arricchimento ambientale.
Questo articolo è stato tratto dal webinar della dott.ssa Maria Chiara Catalani “Come riconoscere il dolore nel gatto” con la partecipazione non condizionante di Zoetis.di